Tashi Delek Tibet

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DAL 25/01/2020 AL 02/02/2020

Euroma 2 ospita il Tour Tashi Delek Tibet 2020

Nove giorni alla scoperta della religione buddhista e delle tradizioni della millenaria cultura tibetana in compagnia dei Monaci del Monastero di Gaden Jangtse.

 

MONACI IN TOUR DAL MONASTERO DI GADEN JANGTSE

Il progetto di un tour in Italia dei monaci del Monastero tibetano buddhista di Gaden Jangtse ha una duplice finalità. La prima è far conoscere gli aspetti più affascinanti e antichi della cultura tibetana (sempre più a grave rischio di definitiva estinzione) come la realizzazione rituale dei grandi mandala di sabbia colorata, i canti e la musica degli strumenti tradizionale, la medicina tibetana, i costumi e le maschere variopinte ed altra forme di arte che costituiscono un patrimonio di grande valore da salvaguardare. Il secondo scopo che i monaci si prefiggono è quello di raccogliere fondi per il monastero,tramite offerte e donazioni attraverso le loro performances artistiche. Tutto questo contribuirà anche a sensibilizzare un grande pubblico verso i problemi dei monasteri buddhisti tibetani ricostruiti in India dopo le ben note e drammatiche vicissitudini che l’intero popolo tibetano sta affrontando da più di mezzo secolo. La situazione del Monastero di Gaden ricostruito in India a Mundgod (nello stato del Karnataka) è assai grave; ormai più di 2000 monaci tra anziani, giovani e soprattutto bambini vivono in condizioni di sovraffollamento degli ambienti, e spesso riescono ad avere a malapena un pasto al giorno. Ciò nonostante questi monaci-studenti continuano ad applicarsi con volontà nel ricevere una formazione in studi difficilissimi ed impegnativi tramandati da Maestri a loro volta discepoli di altri grandi Maestri realizzati, in una successione ininterrotta di lignaggio risalente a Buddha Sakyamuni. Così viene mantenuta viva una filosofia evolutiva della coscienza umana, ricca di atteggiamenti altruistici e di richiami alla pacifica convivenza.

IL MONASTERO DI GADEN JANGTSE ED IL SUO FONDATORE
Tsong Khapa (1357-1419), anche noto come Je Rinpoche e come Losan Drapa, nacque nella valle di Tsongchu nell’Amdo (Tibet) nord-orientale. Fu uno dei principali filosofi e contemplativi tibetani, ispiratore della scuola Ghelupa e fondatore dell’università monastica di Gaden. La tradizione narra di come in una sua precedente incarnazione Tzong Khapa fosse un ragazzo indiano che donò al Buddha Shakyamuni un rosario di cristallo, ricevendo da lui una conchiglia simboleggiante l’annuncio della Dottrina. Il Buddha profetizzò allora, che quel ragazzo sarebbe rinato in Tibet dove avrebbe fondato un grande monastero. Il Buddha in quell’occasione assegnò al giovane il nome di Sumatikirti (Losan Drapa). Tzong Khapa contribuì grandemente alla cultura religiosa tibetana chiarendo numerose interpretazioni dottrinali errate, allora diffuse in Tibet, riguardanti soprattutto il difficile concetto di “vacuità” (shunyata) e i principi fondamentali contenuti nei testi tantrici, enfatizzando il ruolo di una pura disciplina etica come base indispensabile per una fruttuosa pratica spirituale. Scrisse un complesso di diciotto volumi, riguardanti tutti gli aspetti del pensiero e della pratica buddhisti, fra i quali le sue due opere fondamentali: “La Grande Esposizione degli Stadi del Sentiero verso il Risveglio” (Lamrim Cenmo) e “La Grande Esposizione del Tantra” (Ngarim Chenmo). Nel 1409 fondò Gaden, una delle tre principali università monastiche Ghelupa del Tibet centrale suddiviso in due Collegi maggiori (Jangtse e Shartse); prima dell’invasione cinese del 1959, Gaden era il terzo monastero in prossimità di Lhasa per numero di monaci (circa 4.000). Gaden è la traduzione tibetana del termine sanscrito Tushita, ovvero Terra Pura di Maitreya, il Buddha dell’evo futuro. Il Collegio di Jangtse venne fondato da Netan Rinchen Gyeltsen e significa letteralmente “vetta settentrionale”. A seguito delle rovinose distruzioni causate dall’occupazione militare cinese – Gaden è stato ricostruito dalla comunità tibetana in esilio presso Mundgod nell’India meridionale. Attualmente un programma di mantenimento della tradizione monastica provvede con difficoltà alla sopravvivenza ed all’istruzione di centinaia di piccoli e giovani monaci che, in quanto profughi o figli di profughi, spesso non riescono a ricevere adeguati supporti materiali. È attivo da tempo un canale per l’adozione a distanza dei piccoli monaci e di aiuti al monastero.